Lettera di solidarietà ad una giovane donna
Siamo commosse, perché comprendiamo il dolore di prendere pubblicamente la parola in un momento per lei così drammatico, e siamo orgogliose perché lha fatto e ha trovato le parole che danno forza a tutte noi: non vergogniamoci, non sentiamoci in colpa, ma difendiamoci e reagiamo.
Non intendiamo sovrapporci al lavoro della magistratura: crediamo che procedure celeri e certe siano un argine alla violenza contro le donne. Affermiamo però che le donne quando denunciano la violenza meritano di essere rispettate e credute. Si tratta di un passo difficile.
La violenza è la prima causa di morte tra le donne nel mondo. È sì lazione di singoli uomini, le cui individuali responsabilità penali vanno accertate, perseguite e condannate. Ma è anche lo specchio delle relazioni di potere tra i sessi, di un disconoscimento di uguali dignità e diritti. È sofferenza e umiliazione. Intendiamo contrastarla in ogni modo in cui ci è possibile ed agire, donne e uomini, perché nella società, nelle leggi nelle istituzioni la si riconosca in ogni sua forma, perché si modifichino le culture che la tollerano e i rapporti di dominio che la generano.
Sappiamo quante violenze sono coperte dal silenzio, che ha molte radici: la paura e la vergogna, ma anche la sofferenza a denunciare compagni, familiari, amici. Qualunque scelta si faccia, parlare o tacere, nessuna deve sentirsi sola: ci sono altre donne che sono disposte ad ascoltare e capire.
In questo momento labbraccio, lascolto e la disponibilità di tutte noi è rivolta allultima giovane colpita.
Le amiche di Orlando e del Centro di documentazione delle donne.